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Palazzo Roccella - PAN
Il Palazzo Carafa di Roccella è un palazzo monumentale ubicato nel quartiere di Chiaia in Napoli.
L'edificio, di fondazione seicentesca, sorse esternamente alle mura della città come villa-masseria. Nell 1667, il proprietario, Francesco di Sangro principe di San Severo, donò la villa-palazzo al suo genero, don Giuseppe Carafa. Nel palazzo Ippolita Cantelmo Stuart, moglie di don Vincenzo Maria III Carafa, animò un famoso salotto letterario.
Nel 1717 venne acquistato dal ramo della famiglia Carafa, principi di Roccella e marchesi di Castelvetere e la ristrutturazione fu affidata all'architetto locale di scuola del Vaccaro, Luca Vecchione, che decise di riattare il fabbricato a residenza nobiliare urbana.
I lavori si protrassero per lungo tempo e solo nel 1842 fu completata la facciata in stile neoclassico. La facciata fu ridisegnata secondo i criteri di simmetria e fu affiancata da due corpi bassi destinati a botteghe. Nell'Ottocento assunse l'aspetto odierno con l'aggiunta del terzo piano, dell'atrio scoperto e dal patio sul giardino; all'epoca il palazzo contava oltre quarantacinque stanze arredate sontuosamente e ricche di dipinti di pregio.
Quando nel 1885 venne aperta la via dei Mille, alcuni locali furono abbattuti e alcuni edifici minori e alcune botteghe annesse al palazzo si ritrovarono sul lato opposto della strada.
Dopo lunghi anni di abbandono, nel 1964 l'imprenditore Mario Ottieri tentò di demolirlo per sostituirlo con uno dei suoi palazzoni che aveva già eretto per tutta la città, tuttavia non riuscendoci per la fiera opposizione dei residenti, anche se in una sola notte furono distrutti tutti gli stucchi della facciata nonché il portale in piperno.
Nel 1984 il Comune di Napoli decise di acquisirlo, cosa che avvenne effettivamente otto anni dopo un lungo contenzioso, per farne la sede per Centro di Documentazione per le Arti Contemporanee. A metà degli anni '80 fu avviato il restauro dell'immobile terminato nel 2004 con la ridenominazione dell'immobile in Palazzo delle Arti di Napoli (semplicemente conosciuto con l'acronimo di PAN)
Aperto al pubblico il 26 marzo dello stesso anno l'edificio ospita al suo interno l'attuale museo di arte contemporanea PAN.
Progetto Prof. Arch. Ermanno Guida
Direzione Lavori Ing. Gaetano Giacchetti